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sabato, dicembre 30, 2006

Impiccato Saddam.....

Impiccato Saddam.....

Stanotte è stato impiccato saddam hussein....

Altro errore USA nel pantano irakeno.

Non voglio assolutamente difendere il dittatore Saddam, un dittatore criminale che non può essere scusato in nessun modo.

Peccato che siano stati proprio gli USA a tirarlo sù... Nella foto Rumsfeld e Saddam Hussein negli anni '80.

La pena di morte è una cosa assurda, a chiunque sia inflitta. Ma come si fa nel 2006 a vedere uno stato che è felice per l'uccisione di stato di una persona? è una cosa assurda! Siamo al livello dell'occhio per occhio-dente per dente.

Inoltre il dittatore è stato condannato da una corte di parte con un processo non imparziale.

Perchè non si è fatta una corte internazionale? Perchè gli USA sono l'unico stato occidentale che non le accetta...

Risultato: abbiamo creato un nuovo martire per tutti i terroristi e movimenti jiadisti mondiali...

Speriamo bene.

7 Comments:

Anonymous Anonimo said...

speriamo bene davvero! che tristezza, però, questa storia della pena di morte nel 2007!

10:09 PM

 
Anonymous Anonimo said...

che ne dici del processo lampo di Mussolini??

10:04 PM

 
Anonymous Anonimo said...

che ne dici delle 5 mila impiccagioni (su un totale di circa 5.900)
che avvengono ogni anno in cina?
Di quelle non ce ne dobbiamo occupare?

10:20 PM

 
Blogger CarloCortesi.it said...

Mussolini era stato condannato dal Comitato di Liberazione Nazionale, legittimamente costituito dlle forze italiane impegnate nella resistenza e che di fatto geestiva le zone liberate. Mussolini fu condannato dagli italiani, non dagli Alleati.
Comunque sul tema ti segnalo l'articolo di Giorgio Bocca uscito il 3 gennaio scorso su La Repubblica a pagina 18 e che riporto di seguito:

" Mussolini e Saddam due giustizie diverse
di GIORGIO BOCCA

"Tacete voi che avete ucciso Mussolini dopo un processo di un'ora", ha detto il governo iracheno all'Italia. Ma non è andata esattamente così. Mussolini è stato condannato dalla maggioranza del popolo italiano negli anni delle guerre inutili e sanguinose e soprattutto nei venti mesi della occupazione nazista e della collaborazione di Salò con Hitler. E se proprio si vuole una giustificazione legalistica Mussolini è stato giustiziato su ordine del Clnai, il comitato di liberazione nazionale che governava nell'Italia occupata.

L'ordine era di passare per le armi chi nel giorno della insurrezione generale si fosse opposto con le armi in pugno. E Mussolini fu catturato a Dongo mentre tentava di fuggire in Valtellina e da lì nella Germania ancora nazista.

Della sua esecuzione sono state date centinaia di versioni. Noi crediamo, per quel che possa valere, che la più aderente al vero sia quella raccontata in una nostra storia della Repubblica di Salò. L'abbiamo appresa da Fermo Solari che quel 25 aprile era a Milano al comando partigiano del nord Italia.
"Telefonarono da Musso, un paese del lago di Como - mi raccontò Solari - e ci dissero che avevano catturato Mussolini. Luigi Longo uscì nel corridoio per trovare qualcuno da mandare sul posto. Tornò e mi disse: ho trovato solo Audisio". Non era proprio così: aveva trovato anche Lampredi uomo di partito e mandò anche lui con l'ordine di fucilarlo sul posto. "A me - disse Solari - ha detto: gli ho ordinato di portarlo a Milano". Lampredi e Audisio lo fucilarono, noi lo sapemmo a cose fatte e approvammo pienamente.

Ma la fucilazione di Mussolini e dei gerarchi a Dongo è politicamente assimilabile alla impiccagione di Saddam Hussein solo nelle linee generali. La fine di una tirannia non poteva allora essere che una giustizia sommaria del vincitore. Sotto questo aspetto quella di Mussolini è stato un fatto inevitabile, la scomparsa di un uomo perché la storia continui, un epilogo violento e drammatico perché da una tirannia possa nascere un paese libero. Ciò che persuade di meno della esecuzione del tiranno Saddam è che il tiranno era già caduto e vinto: nessuno, neppure i seguaci e consiglieri di Bush, può seriamente pensare che la democrazia sia esportabile con le armi e che i sudditi di Saddam, o almeno una importante minoranza, siano davvero convinti delle colpe del loro leader tanto è vero che a cadavere ancora caldo i sunniti lo piangono e si ripromettono di vendicarlo. Sicché la esecuzione barbara di Saddam più che l'inizio di una liberazione ha l'aria della convulsione di un terrore perdurante, di una ferocia che si ripete. E in questo senso si può considerarla un errore.

La condanna di Saddam è la condanna di un satrapo ma ha anche degli aspetti ignobili, inaccettabili. Il dittatore oggi ucciso ha goduto a lungo di una larga complicità internazionale proprio mentre commetteva quei reati per i quali ora è stato giustiziato. Complicità maldestramente rinnegate come quelle del presidente Bush che dormiva e di suo padre che giocava a golf perché oggi quel satrapo non serve più negli affari sporchi dei paesi del petrolio. Hanno un bell'affannarsi i grandi cinici di casa a ricordarci che così vanno le cose di questo mondo e che non saranno le anime belle a cambiarle ma l'errore della esecuzione di Saddam resta, come segno che i potenti della terra anche in questo orrendo episodio hanno scelto il gioco degli sporchi interessi, delle vendette senza fine, hanno confermato la umana vocazione al gioco sporco, al gioco furbo, al vinca il peggiore.

L'errore della esecuzione di Saddam con quella terribile esposizione di cappi, botole, boia mascherati, insulti sono stati un errore profondissimo, di quelli che fanno disperare degli uomini e del loro destino."

5:31 PM

 
Blogger CarloCortesi.it said...

Sulle impiccagioni in Cina che dire, se si è contro la pena di morte in Iraq lo si è in Cina, Iran, Usa, Arabia Saudita ecc... E ce ne dobbiamo occupare, del resto l'Italia ha proposto all'ONU una moratoria sulle esecuzioni capitali!

5:33 PM

 
Anonymous Anonimo said...

Strano abbiate preso la "versione" del sig. Bocca per l'omicidio Mussolini..non è nemmeno di parte..xke stupirsi!? credo che in casi come questi bisognerebbe prendere in considerazione la realtà dei fatti e non le interpretazioni personali, specialmente dei partigiani di allora, che trovano sempre un modo "giusto" per far tornare le cose. come capita sempre con voi. sempre purtroppo.
Se si cerca "morte di mussolini" sul web troviamo un sacco di link tra i quali wikipedia, "l'enciclopedia libera" di internet che dice:

"La morte di Benito Mussolini, capo del fascismo (e, al tempo, della Repubblica Sociale Italiana), avvenne in circostanze drammatiche e non ancora del tutto accertate. Non c'è ancora chiarezza sulle modalità dell'esecuzione di Mussolini e Claretta Petacci intorno al 28 aprile 1945, nei pressi di Dongo, La circostanza continua ad alimentare polemiche e congetture tanto fra i simpatizzanti del fascismo, quanto fra gli oppositori, mentre fra gli storici e i giuristi si dibatte ancora, oltre che sulla qualificabilità dell'atto come esecuzione di una condanna a morte comminata dal CLNAI o come semplice atto d'impulso, sugli eventuali moventi specifici e sugli eventuali mandanti.
Fra gli storici non mancano posizioni antitetiche circa alcuni punti cui si attribuiscono spiegazioni affatto diverse, a partire dal motivo del viaggio dell'autocolonna su cui il dittatore fu catturato, che alcuni vogliono in fuga per la Svizzera, mentre per altri era un semplice ripiegamento verso la Valtellina.

Gli elementi storicamente certi della vicenda, per tali intendendosi quelli che all'attendibilità delle versioni affiancano la non probabilità di ipotesi contrarie, sono davvero pochi.

Nel tentativo di sfuggire alla disfatta definitiva della Repubblica Sociale Italiana, ormai sempre più vicina, la sera del 25 aprile Mussolini lascia Milano e fugge verso la Svizzera. La notte si ferma a Menaggio.
La mattina del 26 aprile riparte travestendosi con un'uniforme nazista e sale su un camion di soldati tedeschi facente parte di un'autocolonna in ritirata verso la Valtellina. Il 27 aprile, vicino a Dongo, i partigiani individuano la colonna e cominciano a fare un controllo. Mussolini viene riconosciuto da un partigiano, Bill, e immediatamente catturato.
La mattina del 28 aprile viene fucilato insieme all'amante Claretta Petacci e ad altri gerarchi. Eseguite le condanne, il 29 aprile i cadaveri vengono trasportati a Milano ed esposti in piazzale Loreto, ove la folla, memore del macabro spettacolo ivi iscenato il 10 agosto del 1944 dai nazifascisti che vi avevano fucilato 15 patrioti innocenti, dileggiandone i cadaveri, subito si accanisce contro i corpi. Per evitare lo scempio dei cadaveri questi vengono issati (a testa in giù) appesi alla pensilina di un distributore di carburante.

Fin qui l'esigua traccia certa. Di qui si innestano invece diverse altre ricostruzioni che, si badi, non solo sono fra loro in qualche punto contrastanti, ma che nemmeno furono sempre narrate, nel tempo, allo stesso modo. Sono stati perciò sollevati dubbi sui materiali esecutori della condanna a morte, sulle reali motivazioni, sui passaggi di consegne dal luogo della cattura sul camion tedesco fino a piazzale Loreto, sugli eventuali rapporti con inviati di potenze straniere; la quantità di dubbi è tale da inficiare conseguentemente l'attendibilità anche dei riferiti dettagli tecnici e pratici, ad esempio luoghi e persone.

Walter Audisio (conosciuto anche col nome di battaglia di colonnello Valerio o colonnello Giovanbattista Magnoli) era al tempo capo di un raggruppamento delle forze partigiane con funzioni di polizia. La sua figura emerse, direttamente con riferimento a questi fatti, negli anni '60, quando il quotidiano "L'Unità" (organo del PCI, per il quale Audisio fu poi deputato) diede notizia del suo coinvolgimento. Metà della notizia non era in verità nuovissima, essendo il nome del colonnello Valerio già circolato nell'immediato, ciò malgrado non se ne conosceva l'identità e l'Audisio non aveva mai dato modo di parlare di sé, solo essendo noto in qualche ambiente di militanza; tutti "sapevano" che Mussolini era stato fucilato dal colonnello Valerio, ma nessuno avrebbe detto che si trattasse di Audisio. Identificandosi con quel Valerio, Audisio sostenne, non senza qualche contraddizione fra le sue stesse versioni, di essere in pratica il responsabile e l'autore materiale della fucilazione di Mussolini.

Nella notte tra il 27 e il 28 aprile 1945, affermò, ricevette dal generale Raffaele Cadorna l'ordine di uccidere Mussolini. Si trattava comunque di un ordine che contraddiceva le clausole dell'armistizio di Cassibile e gli accordi sottoscritti dal CLNAI, secondo i quali Mussolini doveva essere consegnato vivo agli Alleati. Secondo alcuni storici parte delle forze partigiane temevano che una volta consegnato agli alleati sarebbe stato rimesso al potere nell'arco di qualche anno, da qui la decisione di non rispettare gli accordi dell'armistizio e di procedere alla sua condanna a morte. Alle 7 del mattino successivo, un convoglio guidato dal colonnello Valerio partì alla volta di Como, ove si trattenne fino alle 12.15, per poi spostarsi a Dongo, dove arrivarono alle 14.10. Qui Valerio e i suoi uomini avrebbero comunicato ai partigiani locali che avevano in custodia Mussolini ed i gerarchi dal pomeriggio avanti, di voler fucilare i prigionieri.

Di fronte al rifiuto dei partigiani locali di rivelare dove si trovasse Mussolini, che essi volevano portare a Como, Audisio ricorse ad un espediente ed alle 15.15 poté partire con una Fiat 1100 nera verso Giulino di Mezzegra, dove l'ex dittatore era tenuto prigioniero.

Da questo punto la narrazione diviene meno chiara. Audisio fornì ben quattro differenti versioni della sua presentazione a Mussolini. Ciò provocò in seguito polemiche e dubbi sul modo in cui effettivamente si svolsero i fatti.

Molti testimoni affermarono che, usciti di casa, Audisio, i partigiani e Mussolini si recarono alla macchina. Nessuno dei testimoni ha però saputo dire con esattezza quanti fossero i partigiani di scorta e come fossero vestiti i prigionieri. Mussolini e la Petacci, saliti dietro, furono fatti scendere in un angusto vialetto davanti a villa Belmonte, un'elegante residenza della zona situata in posizione assai riparata. Quello che lì accadde è ancora oggi poco chiaro, complici le diverse versioni di Valerio così come di Guido e Michele Moretti, gli altri 2 partigiani che si trovavano con lui in quel momento (l'autista dell'auto e l'altro passeggero sul sedile anteriore).

Sempre secondo Valerio, apprestandosi ad eseguire la fucilazione, gli si incepparono il mitra e la pistola. Per sparare a Mussolini usò perciò l'arma di Moretti, il quale però, dopo la morte di Audisio, affermò di essere stato lui a sparare perché le armi di Audisio non funzionavano. Inoltre Guido affermò d'aver sparato il colpo di grazia, che però venne rivendicato anche da un altro partigiano azzanese.

Alle 17 il colonnello Valerio ritornò a Dongo per fucilare gli altri gerarchi, dopo aver lasciato alle 16.20 Guido e Moretti di guardia ai corpi davanti a villa Belmonte. Alle 17.48 tutti i 16 gerarchi erano morti.

Valerio partì per Milano verso le 20 coi cadaveri di Mussolini, della Petacci e degli altri gerarchi. Durante il viaggio di ritorno la colonna si imbatté in altri partigiani e in posti di blocco alleati che le diedero qualche problema. Tuttavia alle 3.40 del 29 aprile giunse in Piazzale Loreto.

Ad oggi nessuno sa con esattezza chi diede l'ordine di portare i cadaveri in quel piazzale. Il comitato emise subito un messaggio di deplorazione che firmarono persino i comunisti. Ma nessuno ebbe il coraggio di dire chi dette quell'ordine. Solo Valerio disse più tardi che l'ordine era partito dal comando generale, ma non venne creduto. Audisio decise di scaricare i cadaveri nel lato della piazza in cui il 10 agosto 1944 i tedeschi avevano trucidato quindici partigiani per rappresaglia lasciandoli in custodia ai suoi uomini per poi partire verso il comando generale.

Verso le 7 del mattino, mentre i partigiani di guardia dormivano, i primi passanti si accorsero dei cadaveri. Qualche ora dopo la piazza si riempì, complice un passa-parola che aveva in un lampo attraversato tutta Milano. Iniziava qui una vicenda che pochi anni fa è stata resa di pubblica notorietà nei suoi dettagli più scabrosi con la pubblicazione di alcuni reperti filmati girati dalle truppe americane di occupazione, che per decenni erano rimasti secretati; ne venivano confermati i resoconti già in precedenza anticipati da altri testimoni (ad esempio Indro Montanelli), ma che non erano stati creduti per la loro crudezza.

Nella piazza si udirono scariche di mitra, le prime file di folla venivano spinte verso i cadaveri calpestandoli, prendendoli a calci. Una donna sparò al cadavere di Mussolini cinque colpi di pistola per vendicare i propri cinque figli morti. Mentre sui cadaveri venivano gettati ortaggi e persone delle prime file sputavano sui corpi, a Mussolini fu messo in mano un gagliardetto fascista, fu sfilata la cintura e rubato lo stivale destro.

Alle 11, per fare in modo che tutti potessero vedere i cadaveri, gli stessi furono appesi per i piedi ad un traliccio di una pompa di benzina: si trattava dei corpi di Mussolini, di Claretta Petacci (per la quale una mano pietosa procurò una molletta per tenere a posto la gonna), di Alessandro Pavolini, di Paolo Zerbino (capo della provincia di Torino) , di Achille Starace (appena catturato, mentre ignaro di tutto correva per il suo quotidiano footing, e fucilato), di Francesco Maria Barracu e di un'altra persona rimasta sconosciuta.

Verso l'una del pomeriggio una squadra di partigiani, su ordine del comando, entrava in piazza e deponeva i cadaveri."

Come sappiamo, il corpo di Mussolini non ha trovato pace nemmeno dopo la sua morte. E' stato trafugato, spostato, sottoposto ad autopsia, fino ad essere stato piegato in diversi pezzi e messo in una bara che era più una scatola cubica. Almeno Saddahm è stato sepolto disteso: wikipedia dice infatti "Il 31 Dicembre, giorno successivo all'esecuzione, il corpo di Saddam Hussein è stato consegnato al capo della tribù cui apparteneva e il suo cadavere, lavato ritualmente da un imam sunnita ed avvolto nel sudario e deposto in una bara coperta dalla bandiera irachena, è stato sepolto nella tomba di famiglia nei pressi del villaggio natale." Di lusso no!? Probabilmente 60 anni fa era "normale" mettere la gente in cubi fatti a pezzi.. Menomale che ci siamo modernizzati, allora!

Cmq wikipedia dice in merito al cadevere di Mussolini: "In anni successivi, furono sollevate voci circa una presunta falsificazione degli esiti dell'autopsia, e fu sostenuto che il dittatore sarebbe stato sottoposto a sevizie; da alcuni si è affermato che anche la Petacci sarebbe stata oltraggiata, prima o dopo il decesso. Di entrambe le tesi non si hanno però prove oggettive."

Direi che il fatto che ci siano sospetti non è una bella cosa; c'è sempre un pò di verità nel pettegolezzo, figuriamoci in un fatto storico di questa portata. Secondo me questa "non versione", anche se piena di buchi neri, è la più attendibile in quanto imparziale (fondamentale). nella speranza che un giorno impariate il significato di "imparziale".

Per quanto riguarda Saddahm è un assassino. Non me ne frega niente di chi l'ha appoggiato o meno, chi gli ha fornito armi o meno, anche xke cosa cambia?!: il grilletto l'ha premuto lui e tante volte. Avrei preferito un processo e poi l'ergastolo a vita invece della pena di morte. Ma non è andata così. Processo corrotto? Beh almeno lui l'ha avuto, si sa anche chi l'ha condannato, (c'è pure il video!) e il suo corpo è in una bara. Cosa che non è successa con Mussolini.

11:28 AM

 
Blogger CarloCortesi.it said...

Scusami se riporto le opinioni e le idee di chi ha rischiato la vita pr liberaraci da una dittatura scellerata che è costata morte e miseria a tutto il paese. Come fai a non rispettare i Partigiani? mah...
Su Saddam ti segnalo volentieri le opinioni dell'ONU, di Amnesty e altre assocazioni che hanno ribadito come il processo sia stato ingiusto e di parte. Era molto meglio l'ergastolo, più giusto. E avrei preferito che Saddam dicesse anche come usò i gas e le armi che l'occidente gli aveva fornito contro l'Iran e i Curdi.
Su Mussolini si è scritto molto, è vero, non è ancora stata chiarita fino in fondo la sua morte, di certo c'è che era stato condannato dal CLN al termine di una guerra non unilaterale come quella in Iraq e condannato da chi autonomamente e legittimamente governava le zone liberate.
Va certo detto che 60 anni fa la sensibilità sulla pena di morte era diversa,allora la pena di morte era prevista in diversi paesi europei,in questi anni ci siamo però evoluti ed è stata soppressa in tutta europa, altre parti del globo si sono evolute meno.

p.s. sarebbe bello avere una firma e non scrivere sempre anonimamente.

1:11 PM

 

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